giovedì 1 marzo 2007

La relatività del tempo e dello spazio.

Le leggi fisiche che regolano il nostro mondo si son sempre basate su degli assiomi generali: il tempo e lo spazio son entità assolute ed immutabili. Su questo si basa tutto il sistema della meccanica classica.

Einstein ipotizzò e rese celebre una sua teoria: spazio e tempo cambiano, variano si muovono: restano immutati solo in uno spazio inerziale.

Come ehhhhh?

Provo a spiegarmi: tutti sanno che la velocità della luce è di 300.000 km al secondo ed è la massima possibile. Oltre tale valore non si può andare.

Tutti conoscono l'estensività della velocità: se sto su un treno che va a 100 all'ora e mi metto a correre a 100 all'ora verso la coda dello stesso io rispetto al terreno son fermo. Se corro dall'altra parte io vado a 200 km/h.

Ipotizziamo di stare su un'astronave ipotetica che riesca ad andare a 300.000 km/s, sufficientemente lunga da poter permettere di correre verso il davanti con un altro mezzo in teoria a 10000 km/s: dovremmo in teoria procedere a 310.000 km/s verso un osservatore: impossibile. Come si risolve il problema?

Nell'unico modo: essendo la velocità uno spazio diviso un tempo, non potendo aumentare lo velocità l'unica cosa che possibile è la contrazione del tempo degli occupanti dell'astronave.

Uhm: chissà se mi son spiegato... provo con un esempio diverso. :D

Immaginate di vivere una settimana: 4 giorni con la vostra donna e 3 senza.
I primi quattro giorni passeranno in un lampo, gli altri tre saranno moooooolto più lunghi: 4 giorni più veloci di 3. Ecco, il tempo è un concetto molto relativo.

Di assoluto resta solo un postulato: io ne perdo tantissimo.

Nessun commento: